giovedì 14 gennaio 2016

INFORTUNI E TRAUMI NEL PORTIERE : QUALCHE NOZIONE

A causa delle molteplici cadute che il portiere si trova ad effettuare nello svolgimento del proprio ruolo, egli è soggetto a diverse patologie traumatiche in particolare della spalla. Nel tuffo sulla spalla a braccio abdotto è possibile che lo sportivo subisca diverse tipologie di traumi. 
La lussazione
Per lussazione si intende la perdita di rapporti reciproci fra due superfici articolari, cioè fra le due ossa che formano l’articolazione. 
La causa più frequente è legata a traumi diretti (spinta, caduta) che, imprimendo all’articolazione una sollecitazione abnorme, forzano il capo articolare oltre il fisiologico angolo di movimento così che esca dalla sua sede anatomica producendo lacerazioni della capsula e dei legamenti. 
Le lussazioni sono meno frequenti delle fratture. Il sintomo principale è il dolore acuto legato ad una evidente deformità dell’articolazione interessata che non è in grado di attuare alcun movimento. 

La rottura della clavicola
Traumi diretti sulla spalla o cadute sul gomito o sulla mano, sono evenienze molto frequenti in quasi tutti gli sport; nel calcio e in particolare osservando i movimenti effettuati da chi pratica il ruolo del portiere, si possono riscontrare molteplici infortuni dovuti a questi tipi di traumi. 
La natura ha pensato bene di difenderci creando la clavicola, un ossicino sottile che si rompe facilmente, ma che si aggiusta anche se i monconi non vengono riportati a stretto contatto. Se così non fosse probabilmente questi traumi avrebbero conseguenze molto più severe sul rachide cervicale, sulla spalla e sulla gabbia toracica. 

La rottura della cuffia dei rotatori
Con questo termine vengono indicate “le lesioni con soluzione di continuità all’interno della cuffia , che provocano un passaggio del prodotto di contrasto tra l’articolazione gleno-omerale e la borsa sottoacromiale”
La rottura dei tendini della cuffia è dovuta ad alterazioni degenerative del tessuto tendineo, che possono essere primitive o conseguenti a fenomeni di attrito acromioomerale. Alle alterazioni degenerative si può sovrapporre un evento traumatico , che , vincendo la ridotta resistenza meccanica dl tessuto tendineo ne determina la rottura. 
La rottura interessa di solito soggetti in età media o senile. Al di sotto dei 40 anni la lesione è rara. Sono colpiti di preferenza i soggetti maschi che svolgono , o hanno svolto nella vita lavorativa, attività manuali. Dei due lati, il più frequentemente interessato è quello dominante. 
La rottura tendinea può essere parziale o completa: 
Rotture parziali: in questo caso la lesione può interessare la superficie borsale o, più raramente quella articolare della cuffia. Queste rotture costituiscono una forma intermedia tra le tendiniti e le rotture complete. Possono essere distinte in tre forme anatomiche: superficiali, intratendinee o profonde. 
La loro eziopatogenesi è, molto diversa, ma il punto in comune è dato dal dolore, ad insorgenza soprattutto notturna, che impedisce al soggetto di dormire sulla spalla. 
Rotture complete: in questo caso la lamina tendinea è interrotta a tutto spessore per un ‘estensione variabile. 



Nessun commento:

Posta un commento